Nell’Outdoor setting© residenziale in alta quota (Val Cadore, Val Gardena e Val di Fassa), viene strategicamente usata la metafora da Silvestro Paluzzi e dalla moglie Antonella Tropea, Direttori e Formatori della Scuola di Formazione, Ricerca e Counselling Psicologico OUTDOOR SETTING© di Roma. Soprattutto le metafore aventi a che fare con la montagna (la Valle, il Crinale, il Guado, la Vetta, ecc.) sono utilizzate per permettere ai nostri giovani in formazione multisetting di traslare i contenuti metaforici vissuti e sperimentati nel trekking, nelle ferrate e nell’ascesa in vetta, nella propria esperienza quotidiana e nella vita relazionale, orientando con nuova determinazione le proprie scelte e decisioni progettuali.
Si lavora sulla metafora della problematica individuale, in quanto la metafora rende possibile esprimere ciò che è inesprimibile in modo letterale.
Per i nostri giovani adulti partecipanti all’outdoor setting residenziale, che sappiamo
avere un disagio, poniamo una particolare attenzione nel coinvolgerli su specifiche attività, ricorrendo all’uso della metafora appropriata.
Vengono riportati alcuni esempi, a titolo esemplificativo, e alcune foto che rendono meglio comunicabile l’esperienza:
- la proposta di ascendere come gruppo verso una vetta mettendosi in cordata: ossia, mettersi in una situazione relazionale ad alto impatto emotivo dove le dinamiche personali, a volte disfunzionali o disadattive, si possano modificare attraverso la “complicità” del muoversi in ferrata, ponendo attenzione sensibile agli altri membri della cordata, e per sfidare un ambiente realisticamente difficoltoso;
- nella proposta di guadare un torrente: pensare progettualmente e conservare la speranza di poter raggiungere un proprio obiettivo di senso, senza rimanere paralizzato nel bel mezzo del fiume preso dall’indecisione, dalla paura o dai pensieri disfunzionali;
- nella proposta di drammatizzare la trincea e i pensieri cecchini: che “obbligano” a restare in trincea nella paura e nel terrore di poter essere “cecchinato”.
Le situazioni delle diverse attività di montagna vengono appositamente costruite dai Direttori per farne sperimentare il significato metaforico e, per rendere la metafora più vivida e concreta, utilizzano l’ambiente montano fisico e/o il materiale strumentale per offrire al giovane l’esperienza di coinvolgimento non solo astratto e concettuale (verbale-simbolico), ma partecipativo corporalmente ed emotivamente coinvolgente.
La metafora, impiegata come mezzo per i nostri giovani adulti partecipanti all’outdoor setting in alta quota, rende possibile comunicare realtà complesse, come quella personale dei sentimenti e delle emozioni, delle percezioni e del proprio schema o modello del mondo, e consente di superare alcune tra le più frequenti resistenze al cambiamento.
Afferma J. Hillman che affinché l’esperienza possa colpire la psiche, è necessario che venga trasformata in qualcosa di fantastico; è cioè necessario che essa assuma un aspetto poetico, metaforico, mitico, che vada al di là di ciò che si è personalmente sentito.
Il nostro approccio multisetting in outdoor setting in montagna, è una proposta ad alto impatto emotivo che non lascia indifferente la psiche e la persona.
Riferimenti Bibliografici
Giusti E., Ciotta A., Metafore nelle relazioni d’aiuto e nei settori formativi, Sovera Edizioni, Roma 2013.
Hillman J., Trame perdute, Raffaello Cortina, Milano 1985.
Paluzzi S., L’Approccio multisetting. Psicoterapia outdoor setting mediante il gruppo e la metafora, Armando Editore, Roma 2010.